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Gruppo di ricerca e sperimentazione didattica

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La valutazione nella scuola primaria senza voti

Articolo scritto da Loredana Leoni (Formatrice Scuola Oltre) – scuolaoltre.it

L’Ordinanza n. 172 del 4 dicembre attua nella scuola primaria quanto previsto nel decreto n. 22 – 8 aprile 2020 (convertito nella legge n. 41 il 6 giugno 2020) ossia l’espressione della valutazione periodica e finale con giudizi descrittivi invece che con voti su base decimale.

L’Ordinanza è accompagnata da Linee Guida che approfondiscono il senso di una modifica che travalica l’aspetto più esteriore riguardante lo strumento con cui si comunica la valutazione sul documento di valutazione quadrimestrale e finale.

Già il decreto legislativo 62/17 circoscriveva la funzione del voto a quella di riferire il livello di apprendimento raggiunto negli obiettivi disciplinari definiti nel curricolo. Ora almeno alla scuola primaria si può affrontare in modo più coerente la gestione della valutazione, a partire dalla funzione di rendere trasparente gli esiti dei processi di apprendimento per migliorarli. Un approccio che restituisce significato pieno a quanto indicato dalla Indicazioni Nazionali per il curricolo che prevedono che “le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo… [Essi] rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo”. In aggiunta all’articolo 1 del decreto legislativo 62/2017 è sottolineato come la valutazione abbia a “oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento”, assegnando ad essa una valenza formativa ed educativa che concorre al miglioramento degli apprendimenti. La valutazione, inoltre “documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze”.

I quattro livelli (Avanzato – Intermedio – Base – In via di acquisizione) indicati nell’Ordinanza sono riferiti all’incrocio di dimensioni sulla base delle quali le osservazioni e le rilevazioni dei docenti acquistano significato in relazione al livello raggiunto negli apprendimenti. Inoltre la necessità che i livelli siano riferiti a obiettivi di apprendimento delle discipline (ripresi dai nuclei fondanti che le Indicazioni Nazionali selezionano come aspetti imprescindibili per la elaborazione del curricolo delle scuole) consente di evidenziare i punti di forza e i punti deboli del processo di insegnamento-apprendimento e poter restituire feedback chiari alle bambine e ai bambini che i voti nella loro pseudo-oggettività non consentono.

È necessario quindi ripartire dalla valutazione per avere chiari i punti di arrivo e quindi riflettere anche sulla progettazione, su strumenti e su proposte didattiche coerenti con le finalità e con quanto si andrà a rilevare e a valutare.

Ti piacerebbe partecipare al corso di formazione webinar sull’argomento trattato dall’autrice Loredana Leoni?  Clicca sul pulsante.

Articolo scritto da Loredana Leoni (Formatrice Scuola Oltre) – scuolaoltre.it

L’Ordinanza n. 172 del 4 dicembre attua nella scuola primaria quanto previsto nel decreto n. 22 – 8 aprile 2020 (convertito nella legge n. 41 il 6 giugno 2020) ossia l’espressione della valutazione periodica e finale con giudizi descrittivi invece che con voti su base decimale.

L’Ordinanza è accompagnata da Linee Guida che approfondiscono il senso di una modifica che travalica l’aspetto più esteriore riguardante lo strumento con cui si comunica la valutazione sul documento di valutazione quadrimestrale e finale.

Già il decreto legislativo 62/17 circoscriveva la funzione del voto a quella di riferire il livello di apprendimento raggiunto negli obiettivi disciplinari definiti nel curricolo. Ora almeno alla scuola primaria si può affrontare in modo più coerente la gestione della valutazione, a partire dalla funzione di rendere trasparente gli esiti dei processi di apprendimento per migliorarli. Un approccio che restituisce significato pieno a quanto indicato dalla Indicazioni Nazionali per il curricolo che prevedono che “le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo… [Essi] rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo”. In aggiunta all’articolo 1 del decreto legislativo 62/2017 è sottolineato come la valutazione abbia a “oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento”, assegnando ad essa una valenza formativa ed educativa che concorre al miglioramento degli apprendimenti. La valutazione, inoltre “documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze”.

I quattro livelli (Avanzato – Intermedio – Base – In via di acquisizione) indicati nell’Ordinanza sono riferiti all’incrocio di dimensioni sulla base delle quali le osservazioni e le rilevazioni dei docenti acquistano significato in relazione al livello raggiunto negli apprendimenti. Inoltre la necessità che i livelli siano riferiti a obiettivi di apprendimento delle discipline (ripresi dai nuclei fondanti che le Indicazioni Nazionali selezionano come aspetti imprescindibili per la elaborazione del curricolo delle scuole) consente di evidenziare i punti di forza e i punti deboli del processo di insegnamento-apprendimento e poter restituire feedback chiari alle bambine e ai bambini che i voti nella loro pseudo-oggettività non consentono.

È necessario quindi ripartire dalla valutazione per avere chiari i punti di arrivo e quindi riflettere anche sulla progettazione, su strumenti e su proposte didattiche coerenti con le finalità e con quanto si andrà a rilevare e a valutare.

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